A Santa Teresa Gallura, uno degli angoli
più suggestivi della costa
settentrionale della Sardegna, si è
svolto il nuovo corso di archeologia
subacquea organizzato dai gruppi Argo e
Reitia.
I graniti grigio rosei del promontorio
roccioso di Capo Testa, avamposto
settentrionale della Gallura proteso
nelle acque ventose dello stretto di
Bonifacio sono stati lo scenario di
questa nuova esperienza didattica ,
rivolta ad istruire subacquei alla
conoscenza dei principi basilari
dell’archeologia subacquea.
All’iniziativa hanno dato il loro
patrocinio le Soprintendenze per i Beni
Archeologici di Sassari e del Veneto con
il Nucleo di Archeologia Umida Subacquea
dell’Italia Centro Alto Adriatico (Nausicaa),
il Comune di Santa Teresa di Gallura, la
Sezione Subacquea di Mare Vivo e la
trasmissione Lineablu di RAI 1.
Una rinnovata sinergia didattica fra i
gruppi Argo di Venezia e Reitia di
Conegliano con lo sviluppo di un
innovativo programma basato su standard
internazionali della Confederazione
Mondiale per le Attività Subacquee
(CMAS) ha consentito lo svolgimento di
un corso residenziale caratterizzato da
un intenso programma di oltre 60 ore, in
cui le ore di lezione teoriche in aula
si succedevano in modo incalzante a
lunghe immersioni didattiche sui fondali
Galluresi di grande interesse
archeologico.
Alle lezioni hanno partecipato 17
allievi provenienti da 11 regioni
(Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria,
Emilia Romagna,Toscana, Lazio, Campania,
Puglia, Sicilia e Sardegna), per lo più
studenti in archeologia o neolaureati in
archeologia subacquea e esperti
subacquei cultori della materia.
Determinante per la buona riuscita
dell’iniziativa l’apporto logistico e la
grande esperienza di Tomasino Muntoni
del Diving Mediterraneo di Santa Teresa
Gallura.
Il resto lo hanno fatto i fondali di
Santa Reparata e di Cala Spinosa che
sono stati la palestra naturale
utilizzata nell’insegnamento delle
basilari tecniche dell’archeologia
subacquea.
I blocchi di granito, testimoni
ciclopici modellati dal vento e dal mare
utilizzati fin dai tempi dei Romani
nella costruzione di importanti edifici
della Roma Imperiale, primo fra tutti il
Pantheon, sono serviti ad apprendere le
tecniche di prospezione, rilievo e di
documentazione subacquee.Oltre agli
aspetti pratici sono stati oggetto di
approfondimento la storia del
Mediterraneo Antico e dell’archeologia
subacquea, lo studio della tipologia dei
principali reperti, le tecniche di
ricerca e prospezione sottomarina e la
legislazione nazionale e internazionale
in tema di tutela e salvaguardia del
patrimonio archeologico sommerso
Una particolare attenzione è stata
dedicata allo studio della sicurezza
operativa in archeologia subacquea.Alla
fine del corso gli allievi sono stati
sottoposti ad una valutazione
teorica-pratica con una simulazione
operativa subacquea nel sito
archeologico di Capo Testa con la
progettazione di un cantiere subacqueo ,
rilevamento dei reperti e relazione
tecnica.
A conclusione del corso è stato
rilasciato a tutti gli allievi il
brevetto internazionale in archeologia
subacquea della C.M.A.S. - Livello Base
e il brevetto di Operatore in
Archeologia Subacquea della F.I.P.S.A.S
(Federazione Italiana Pesca Sportiva e
Attività Subacquee). Il corso, oltre al
positivo giudizio dei partecipanti, ha
destato per i suoi aspetti innovativi
gran interesse fra gli operatori del
settore.
Oltre ad articoli apparsi sui quotidiani
e sulle riviste del settore ne ha dato
notizia con un ampio servizio, la
trasmissione di raiuno Lineablu condotta
da Donatella Bianchi, durante la puntata
del 5 luglio 2003, dedicata proprio a
Santa Teresa di Gallura. |
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