LINEA BLU sbarca a CAORLE
( Settembre 1999 )
Pronto, sono Gabriella Squillace di Linea Blu dalla Rai di Roma, parlo con il Signor Roberto Bortoluz
del Gruppo Sommozzatori Caorle? Il suo nome e quello del Sig. Ferro Vanni mi
sono stati dati dall'amico Alessandro Tagliapietra del Gruppo Argo di Venezia,
ecco io sarei interessata ...........
E così
inizia la nostra avventura televisiva dell'estate 1999. Una telefonata,
un'incontro a tavola con la simpatica, ora amica, Gabriella e con il direttore
dell'APT Gaetano Bandolin, Patron di quasi tutte le manifestazioni Caorlotte, per i primi accordi.
Sentiti velocemente alcuni amici dei gruppo,
senza pensarci due volte, urge la decisione: “questa cosa si ha da fare”, ma
è agosto.
Tutti sono impegnati. Chi può venire? Chi mette la barca? “si ha da
fare e basta! ”Fax,
Telefonate, E-mail, conferme, disdette, chi più ne ha più ne metta e poi,
finalmente, arrivano.
Primo
intoppo: all'operatore mancano i bagagli e come per Cenerentola, scatta
immediatamente una gara per trovare tutto il necessario.
L'amico Franco
Tamassia alle dieci di sera si reca più volte all'Hotel San Giorgio con mute,
pinne e maschere di diverse taglie e misure. L'appuntamento è per il giorno
dopo, a bordo dei Portofino, il semicabinato dell'amico Roberto. Equipaggio
tutto Caorlotto: Luca Gusso, Roberto Bortoluz e Vanni Ferro. Dopo un veloce
breeflng con la troupe, imbarchiamo i tre operatori della Rai dal pontile degli
amici della Guardia di Finanza.
Destinazione la Tegnua il Monte Bianco a
circa 13 miglia dalla costa. la mattinata non è delle migliori, il mare é
leggermente mosso, in barca si programma l'immersione e scambiando amichevoli
battute, si fraternizza.
Dopo circa un'ora, si dà fondo all'ancora, ultimi
aggiustamenti e giù in acqua. Si scende nel blu, pochi metri dopo si intravede la
sommità della Tegnua.
Visibilità ottima, giù ancora, fino a toccare i
-27 metri sul fondo, per poi risalire sopra la Tegnua a -22 . Accesi i
fari della Videocamera, l'operatore inizia il suo lavoro, mentre l'amico Luca,
esperto conoscitore, lo guida fra Caraffe, Anemoni e pesci dì ogni specie, alla
ricerca delle inquadrature più belle.
Rapito dalle bellezze, l'operatore sembra
non voler più risalire, tanto da forzare l'immersione fino ad uscire dalla
curva di sicurezza e dopo circa 65 minuti, finalmente, eccoli riemergere. Il
primo commento di Massimo, l’operatore RAI, “troppo bello, non sarei mai
risalito”, ci riempie di orgoglio.
Al rientro
incontriamo il resto della troupe a bordo di un dragamine della Marina Militare
per documentare le operazioni di sminamento.Ci affianchiamo per programmare il giorno dopo e poi via
verso casa.La mattina seguente pronti in banchina per imbarcarci sul
Moby Dick, ci siamo tutti: Sergio Marchesin , Sergio Tronco, Emanuele Trevisol,
Vanni Ferro, Roberto Bortoluz, Luca Gusso, l'amico della Protezione Civile
Luigi Carlino e naturalmente la troupe della Rai.Imbarcata
l'attrezzatura, si salpa.
Prua verso il “Nivia”, relitto affondato a 17 miglia
dalle nostre coste nel 1995, mentre trasportava sassi dall'Istria. Arrivati sul
posto, il resto della troupe e il conduttore Mario Cobellini ci raggiungono con
il motoscafo della Guardia dì Finanza. Subito il breefing: sfoggiamo una
preparazione da sbalordire gli amici della Rai. Esibiamo il disegno dettagliato
dei relitto descrivendone le parti più interessanti e quelle più pericolose.
Decidiamo quindi di far scendere per primi i nostri ragazzi per preparare con
le boe il campo d'immersione e poi, Mario e Massimo per le riprese. li mare è a
dir poco caraibico, azzurro splendente, con una visibilità di circa 20 m.
Stupendo! Dopo pochi metri Intravediamo le prime strutture della cabina di
comando, che si trova- no a circa -22. Posizioniamo la poi via via fino ai -32
sul fondo, immensi in banchi di pesci che ci s incuriositi, mentre il nostro
sguardo viene rapito dalla bellezza del relitto ricoperto
interamente da stelle marine bianche (Anselmi) che gli danno un’aspetto
surreale.
E’ ora di risalire, tocca agli amici della RAI. Finite le riprese l’atmosfera
si distende e qui esce lo
spirito Caorlotto. Raggiunti dagli amici della guardia dì Finanza, l'amico Gino
e la Moglie spadellano una favolosa busera da leccarsi ì baffi e fra
vino, spaghetti e pesce, iniziano gli scherzi e le battute.
In conclusione: un
pomeriggio pescando e ridendo sul ponte del Moby Dick. Al rientro tutti
entusiasti e stanchi ci ringraziano della bellissima giornata.
Terzo e
ultimo giorno. Destinazione il relitto della Nave Romana. Ci svegliamo
con un cielo pieno di nuvole, con un vento di scirocco che non fa sperare a
nulla di buono, attracchiamo al solito molo e ci consultiamo con l'amico
Comandante Giuseppe De Nigris.
Sentito il bollettino nautico e consultati i
colleghi, ci sconsiglia di uscire. Nel
frattempo arriva anche il Dottor Luigi Fozzati, Responsabile per la
Soprintendenza ai beni Archeologici per l'Alto Adriatico che avrebbe dovuto
accompagnarci sul posto, assieme al nucleo sommozzatori dei Carabinieri. Ma l'attesa
è vana , il tempo non migliora e si decide tristemente di rinunciare.
E' l'ora
dei saluti, l'atmosfera é quella fra amici di lunga data, ci raggiunge anche
l'amico Carlo, il nostro Presidente, ci scambiamo gli indirizzi e le
disponibilità per future collaborazioni.
Ringraziamo la Famiglia Gusso per la grande disponibilità
e salutiamo gli amici di Linea Blu: Mario Cobellini, Gabriella Squillace,
Massimo Clementi e tutti gli altri. Ad un presto arrivederci.
Fonte:
Notiziario interno del Gruppo Sommozzatori Caorle
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