Per
ottenere risultati, ci vogliono i
sacrifici. E tempo. E l’uno è
imprescindibile dall’altro. All’alba
del Terzo Millennio sembrerà
anacronistico parlare di “tempo”,
specie in un’epoca dove tutto deve
viaggiare alla velocità della luce.
Tutto deve essere pronto in un
batter d’occhio. Tutto e subito.
Benissimo, i tempi cambiano e
restare al passo con essi è
d’obbligo. Ma il “tutto e subito” ha
un suo rovescio della medaglia, anzi
più di uno. Se escludiamo tutti
quelli di carattere psicologico
(stress, tensioni, pressioni e
simili) ne resta uno che, a mio
avviso, è il più subdolo di tutti:
la mancanza di qualità. E per fare
le cose fatte bene si torna al punto
di partenza: il tempo. Così ha
ragionato Argo, una firma che oramai
avete avuto modo di conoscere
proprio sulle pagine della nostra
rivista, che proprio quest’anno
compie 10 anni. Due lustri di
attività portati avanti con serietà
e determinazione, a dispetto di
quelli che al piacere dello “slow
food” (tanto per fare una metafora),
preferiscono il fugace Mac Donald’s.
Il tutto inseguendo un prestigioso
obiettivo, tutelare il patrimonio
archeologico sommerso. Come?
Sensibilizzando coloro che il mare
lo vivono in prima persona, a
partire dai subacquei. Così è con
questa finalità che 10 anni fa due
amici veneziani, Alessandro
Tagliapietra e Paolo Campagnol,
subacquei con esperienza decennale e
con la passione per l’archeologia
subacquea, hanno dato vita al Gruppo
Ricerche Subacquee ARGO. Fondato nel
1996 il Gruppo ha posto come
finalità principali nel proprio
statuto sociale, la diffusione di
tutte le attività subacquee e la
collaborazione con le Istituzioni
per la salvaguardia del patrimonio
archeologico sommerso, secondo le
leggi vigenti in materia. Scambiano
allora due chiacchiere proprio con
il vero “propulsore” di Argo,
Alessandro Tagliapietra. Al quale
non possono arrivare da tutti noi
della rivista, le nostre migliori
congratulazioni per i risultati
raggiunti.
Alessandro, qual è la formula
vincente di ARGO?
Sicuramente il modo di operare. In
primis restando sempre in linea con
le indicazioni ricevute dalle
Istituzioni coinvolte, con le quali
abbiamo aperto dei dialoghi molto
costruttivi. Poi anche il modo in
cui abbiamo sempre fatto
“comunicazione”, coinvolgendo i
quotidiani locali, le testate
specialistiche, la televisione e
partecipando ai convegni dedicati
all’Archeologia Subacquea. Un modo
quest’ultimo per fare comunicazione,
certamente, ma anche e soprattutto
un importante momento di crescita
per noi stessi. Un altro aspetto
sicuramente vincente è quello
didattico. Nel 1997 abbiamo
organizzato il nostro primo corso di
Archeosub a Venezia. Il successo fu
oltre le nostre aspettative tanto
che ancora oggi questi appuntamenti
rappresentano il cuore della nostra
attività. All’epoca, la stampa
specializzata e quella locale,
diedero ampio risalto
all’iniziativa, rendendo popolare
ARGO e le sue attività sull’intero
territorio nazionale. Fu così che
iniziarono a pervenire, presso
l’Associazione, numerose richieste
di partecipazione ai corsi, tali che
per soddisfarle decisero di
inventare l’innovativa formula
residenziale full-time di una
settimana. Grazie a questa brillante
idea, i corsi non venivano più
tenuti nella sola città di Venezia,
ma organizzati anche presso altre
località Italiane, diffondendo
sempre più la cultura e la tutela
dell’archeologia subacquea. Il
Gruppo ARGO iniziò così ad essere
presente con i suoi corsi in
splendide cornici in Campania a San
Marco di Castellabate (SA), nel
Lazio sull’Isola di Ventotene (LT) e
in Sardegna a Santa Teresa di
Gallura. Sulla scia di ARGO nacquero
negli anni successivi altri club,
come il Gruppo Reitia di Conegliano
(2000) e Clodia di Chioggia (2002),
che si unirono al gruppo nativo al
fine di sviluppare ulteriormente le
attività subacquee e migliorare la
qualità dei corsi. Grazie ai
contatti avviati in tutta la
penisola fu così possibile
organizzare immersioni sui siti
archeologici più importanti d’Italia
tra i quali non possiamo non
ricordare il Relitto romano di
Albenga, la Città sommersa di Baia e
il lago di Bolsena.
Perchè è importante fare
"informazione" sull'archeologia
subacquea?
Negli
ultimi anni il numero di
appassionati è aumentato
esponenzialmente e con esso
l’esposizione degli innumerevoli
reperti archeologici sparsi lungo le
coste. E’ quindi di primaria
importanza sensibilizzare tutti nel
modo corretto, rendendoli partecipi
dell’importanza che riveste la
salvaguardia del patrimonio
archeologico sommerso, facendo in
modo che ogni presenza archeologica
non solo venga segnalata nel modo
corretto ma anche tutelata.
Come si articolano i corsi?
I
corsi si articolano in sessioni
teoriche e sessioni pratiche
finalizzate all’apprendimento delle
varie tecniche di prospezione e
documentazione subacquea. Le lezioni
teoriche prevedono storia
dell’archeologia subacquea, i
principali reperti e la loro
classificazione oltre ai vari
strumenti e metodologie di
prospezione. Gli esercizi pratici
prevedono l’insegnamento delle
differenti tecniche di rilievo
speditivo con l’uso di
strumentazioni specifiche. Si
impareranno le tecniche per
misurazioni lineari, angolari, di
dettaglio anche con l’impiego di
appositi quadrettatori ed altro
ancora. Sono previste anche lezioni
sull’uso della macchina fotografica,
della videocamera, del metal
detector e della maschera gran
facciale. Oggi strumenti di grande
aiuto per coloro che svolgono questo
genere di attività. E’ importante
sottolineare che nel programma non
sono in nessun modo previste lezioni
di tecnica di scavo o di recupero.
Queste sono riservate agli
archeologi specialisti. Se così non
fosse si rischierebbe di manomettere
l’integrità di un sito.
Dove si svolgono i corsi?
Di
solito vengono organizzati a Mestre
(Ve) per il periodo invernale mentre
per quello estivo in una località
italiana, di anno in anno
ridefinita, adottando la formula
residenziale full time di una
settima
A
chi sono rivolti?
I
nostri corsi archeosub fanno parte
delle specialità previste dalle
didattiche ricreative per cui
possono iscriversi tutti i subacquei
interessati alla materia anche senza
il possesso di un titolo di studio
specifico. Per accedervi è
sufficiente essere in possesso di un
brevetto “avanzato” ovvero
di secondo livello rilasciato da
agenzie didattiche riconosciute. E’
richiesto anche il certificato
medico di idoneità all’attività
subacquea
Quali sono gli obiettivi del corso?
Le
finalità dei nostri corsi sono
l’istruzione di personale subacqueo
sensibile alla difesa e alla tutela
del patrimonio archeologico
sommerso. Non intendono formare
archeologi subacquei professionisti,
la cui preparazione è compito
precipuo delle Università preposte.
I brevetti rilasciati a conclusione
del Corso non abilitano a
intervenire in aree archeologiche
nè tantomeno ad eseguire operazioni
di scavo e di recupero. Permettono
di coadiuvare il lavoro
dell’archeologo professionista o di
effettuare operazioni di ricerca e
prospezione di superficie in
occasione del rinvenimento di
reperti sporadici al fine di
documentarne e segnalarne la
presenza alle locali Soprintendenze
Le
istituzioni, almeno quelle con le
quali abbiamo contatti o che c’è
stata occasione di collaborare,
hanno sempre vissuto in modo
positivo il volontariato
specializzato in archeologia
subacquea. Pertanto il consiglio che
possiamo dare a quanti vogliono
continuare le attività subacquee in
campo archeologico con prospezioni
di superficie, dopo aver frequentato
un archeosub, è quello di
rivolgersi alle Soprintendenze
competenti sul territorio per
definire con i loro responsabili la
possibilità ed un eventuale
programma di massima delle attività
da compiere. Successivamente verrà
rilasciato, come nel nostro caso, il
relativo nullaosta che dovrà essere
rinnovato ogni anno previa consegna
di una relazione dettagliata sulle
attività svolte. Bisogna comunque
tenere conto che le autorizzazioni
vengono concesse solo ad
associazioni regolarmente costituite
e non a singoli subacquei. Esiste
anche il turismo subacqueo ad
indirizzo archeologico, recentemente
infatti grazie alla collaborazione
tra istituzioni e diving è possibile
effettuare anche visite guidate ad
importanti siti sommersi tra i quali
possiamo ricordare il relitto romano
di Albenga in Liguria e la città
sommersa di Baia nel Golfo di
Napoli.
Una domanda di rito: quali progetti
per il futuro?
Continuare sulla strada di sempre
ovvero con l’istruzione del
volontariato specializzato con la
programmazione del nuovo corso
estivo. Inoltre continuare la
ricerca storica e la documentazione
fotografica e video dei numerosi
relitti dell’alto adriatico. Altri
progetti sono comunque allo studio e
tutti gli interessati potranno
averne notizia visitando il nostro
sito internet.
Hai toccato un tasto che credo
interesserà a molti: quanto è
importante Internet per la vostra
attività?
Internet è la finestra verso il
mondo e rappresenta il canale non
solo per comunicare a tutti gli
interessati le iniziative di ARGO,
ma anche per far conoscere
semplicemente che cosa è
l’archeologia subacquea. E come e
perché va tutelato questo
importante patrimonio sommerso.
Nelle
pagine del nostro sito (www.argovenezia.it)
abbiamo inserito informazioni sui
corsi e notizie legate al mare ,
evidenziando particolarmente il tema
sull’Archeologia Subacquea . Non
mancano così articoli specializzati,
le sezioni relative ai relitti
dell’Alto Adriatico e quelle sulla
tutela del Patrimonio archeologico
sommerso. In quest’ultima vi è
raccolta la legislazione vigente in
materia, l’elenco delle
soprintendenze in Italia e la scheda
di segnalazione, da utilizzare nel
caso di ritrovamento di un reperto
archeologico.
Quando sarà il prossimo corso?
Abbiamo appena concluso il corso di
Introduzione di Archeologia
Subacquea realizzato assieme al
Dipartimento delle Scienze
dell’Antichità e del Vicino Oriente
dell’Università Ca’ Foscari di
Venezia e al Gruppo Reitia di
Conegliano rivolto principalmente a
studenti e laureati in archeologia e
conservazione dei beni culturali in
possesso di brevetto di immersione.
Il
prossimo corso verrà organizzato
come consuetudine nel periodo estivo
in collaborazione degli amici dei
Gruppi Reitia e Clodia. A breve
saranno definiti il periodo e la
località che sarà nostra cura
divulgare agli interessati
attraverso questa rivista e il
nostro sito internet.
Negli
ultimi anni abbiamo toccato le
località di Santa Teresa di Gallura
in Sardegna e l’Isola di Ventotene e
San Marco di Castellabate. Vi
aspettiamo al prossimo appuntamento!
In
rete…
Le
iniziative di ARGO sono visibili
anche in rete attraverso internet
all’indirizzo
www.argovenezia.it.
Il
sito dalla sua registrazione ha
superato quota 300.000 visita con
una media giornaliera di 200 ospiti.
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Pubblicato sul numero di
Febbraio 2006
della rivista
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