ARCHEOSUB

DOCUMENTARE SOTT'ACQUA

di Maria Pia Pezzali in collaborazione con Duilio Della Libera

e Alessandro Tagliapietra

"IL SUBACQUEO" - Ottobre 2005


 

Fin dall’antichità le vie di mare hanno visto un crescente traffico marittimo, in campo mercantile e militare, consentendo comunicazioni e trasporti più veloci nell’intero bacino del Mediterraneo, superando distanze e confini e permettendo l’instaurarsi di relazioni di natura economica, sociale e politica fra le diverse genti di tre continenti. La consapevolezza della ricchezza di beni di interesse storico e archeologico situati in fondo al mare, unitamente alla diffusione della pratica subacquea e alle nuove possibilità tecnologiche, ci impongono una collaborazione con le Istituzioni, segnalando correttamente ogni area di possibile interesse storico e archeologico. Questo è ancor più importante per evitare ogni possibile manomissione o intervento che pregiudichi l’integrità del sito sommerso, soprattutto in termini di prelievi impropri.
La nuova tendenza dell’archeologia subacquea moderna privilegia la conoscenza in situ del bene sommerso, piuttosto che il suo recupero in superficie. In quest’ottica la tutela e salvaguardia dipendono strettamente dalla conoscenza della natura e delle caratteristiche del bene da tutelare. Ad esempio riconoscere la tipologia dei principali manufatti in relazione all’area geografica indagata e al periodo storico di riferimento, anche in funzione delle possibili alterazioni determinate dalla giacitura su particolari fondali (come processi di concrezionamento sul fondale marino)....

E ancora....

  • INDIVIDUARE IL SITO

  • GLI STRUMENTI

  • SOTT’ACQUA

  • COSA PORTARSI SOTT’ACQUA?

  • I DATI


Il testo integrale è presente all'interno del mese di

Ottobre 2005

della rivista

 
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