Abituata
come sono a studiare più gli eventi
della Prima e Seconda Guerra
Mondiale che non quelli di conflitti
antecedenti, ammetto che è un
autentico piacere collaborare con
subacquei che trattano, per passione
o per mestiere, avvenimenti di ben
più antica origine. Ascoltare le
loro parole, leggere i loro saggi o
le loro ricerche è per me fonte di
autentica delizia. Oltre che di
cultura. Ciò che sappiamo sulle
attività dell’uomo dei secoli
scorsi, è spesso il risultato di
anni e anni di duro lavoro da parte
di una nutrita comunità di studiosi
di ogni parte del mondo. Ricostruire
le abitudini, le usanze, i costumi
di un popolo d’altri tempi è un
lavoro di certosina pazienza e
studio. Ancor più se pensiamo che
molti professionisti del settore,
come gli archeologi subacquei,
lavorano in condizioni ambientali
ancor più complesse, non è difficile
intuire quale sia la portata in
termini di rilevanza storica, di uno
scavo subacqueo o di un antico
ritrovamento. Così anche questo
mese, grazie alla collaborazione con
un nome oramai noto ai nostri
lettori, Alessandro Tagliapietra del
Gruppo Argo Gruppo Ricerche
Subacquee di Venezia, ho la fortuna
di incontrare un esperto del
settore, il Dr. Carlo Beltrame.
Carlo Beltrame è docente di
Archeologia marittima nel corso di
laurea specialistica in archeologia
presso l'ateneo veneziano e
Archeologia navale presso
l'Università della Tuscia di
Viterbo. Ha partecipato (anche come
direttore) a varie campagne di scavo
sottomarino e terrestre in Italia e
all'estero e e dirige dal 2001 lo
scavo del relitto del Mercure, al
largo di Punta Tagliamento al
confine tra il Veneto e il Friuli
Venezia Giulia. La nave giace ad una
profondità di soli 18 metri ed è
posizionata a circa sette miglia
dalla costa. La storia ci porta
indietro di ben 193 anni nella notte
tra il 21 e il 22 febbraio, quando
al largo di Grado si animò un’aspra
battaglia tra una flotta
italo-francese ed una di Sua
Maestà...
|
Il testo integrale è
presente all'interno del
mese di
Dicembre 2005
della rivista
|
|