Eccezionale scoperta archeologica subacquea nelle acque del Mare Ligure di ponente ad Albenga

 

Scoperto un secondo relitto di una grande nave romana mercantile alla foce del Centa da Nucleo Carabinieri Subacquei della Liguria a distanza di più di 75 anni dalla prima segnalazione nel 1925 di alcuni pescatori.
 
di Daniele Ciocchetti
 

Il primo relitto di Albenga rappresenta un elemento chiave di estrema importanza nel campo dell'archeologia sottomarina, come amava definirla l'archeologo Nino Lamboglia pioniere dell'archeologia subacquea e della tutela del patrimonio archeologico sommerso italiano. Fin da 1950 , quando lo stesso Lamboglia , promuove lo scavo del primo relitto già si intravedeva l'importanza e la consistenza del carico dei questa nave ad una profondità di circa 40 metri. Quest'ultimo importate ritrovamento porta ancora una volta in primo piano il tema dell'archeologia subacquea che aveva visto la Città di Albenga all'avanguardia in campo mondiale all'inizio del 1950. Albenga in provincia di Savona , l'antica Albingaunum rimasta con l'impianto urbanistico romano, è ancora una volta al centro dei riflettori per quanto riguarda le scoperte archeologiche subacquee in una regione come la Liguria attraversata fin dall'antichità di navi che commerciavano, esportavano e importavano i prodotti dei paesi rivieraschi del mediterraneo. Infatti conserva presso il Museo Navale Romano i resti e le anfore di una nave romana del I sec. a. C. , affondata a circa due miglia dalla costa, reperti recuperati nel 1950. Con questo secondo relitto scoperto dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova e dai carabinieri del Nucleo Sommozzatori del Capoluogo di Regione ligure, rappresenta ed evidenzia l'importanza della tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio archeologico sommerso.
L'ufficio circomare di Alassio della Capitaneria di Porto ha emesso un divieto di ancoraggio, l'immersione a tutti i subacquei non addetti ai lavori e vietato qualsiasi attività di pesca in particolare quella a strascico nel tratto di mare della scoperta del relitto. La Soprintendenza per i Beni Archeologici con il suo nucleo subacquei coordinati dal dott. Gianpiero Martino, con i suoi collaboratori dott. Piero Dell'Amico e il tecnico Subacqueo Carlo Brizi metteranno in atto tutti i dispositivi per tutelare il nuovo relitto appena scoperto. Una cartografia dei fondali marini in acque territoriali italiani, nel rispetto delle convenzioni internazionali ratificate dallo Stato italiano, come quella di Montego Bay del 1982 e quella di Parigi associata all'UNESCO del 2001 ancora da ratificare, possono aiutare a conservare questo prezioso e inestimabile patrimonio carico di storia umana, sociale e economica. Come già aviere in alcune località italiane dove sono state istituite visite guidate a richiesta, potrebbe diventare un plusvalore da investire in un campo specifico del turismo culturale, sempre più in crescita: quello del turismo subacqueo.

 

(Le immagini di questo articolo si riferiscono al 1° relitto di Albenga - fonte Gruppo Argo)

 

 

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