Dunque ci siamo: uno, due e
tre. Non è un gioco è un racconto vero, è una “favola” a lieto fine . E’
una storia straordinaria fatta di uomini e luoghi, “di una barca che
poteva non esserci più “.
La popolazione delle Valli
di Comacchio (FE) hanno ottenuto un ambito
riconoscimento
da parte del Ministero per i Beni e le attività Culturali; la
“Comacina Riccardo I° “ è diventata la terza imbarcazione storica
italiana riconosciuta quale “Patrimonio Storico
Artistico ed Etnantropologico“.
Le due imbarcazioni già vincolate, sempre
in territorio della riviera romagnola, sono la lancia Assunta del 1925 e
il lancione Saviolina del 1928; sono le prime due barche italiane ad
essere dichiarate di particolare interesse storico artistico da parte
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Per
il “ Riccardo I ” ormeggiato a Comacchio è un ambito
riconoscimento dopo tutte le fatiche fisiche, burocratiche e
congiunturali per ottenete la targa di riconoscimento da fissare
all’albero maestro.
La pubblicazione fortemente
voluta da Alain Rosa, raccoglie le testimonianze e i contributi di
alcuni studiosi in un settore ancora ignorato e poco conosciuto: quello
dell’archeologia navale dello studio dell’economia marinara, due
discipline ancora troppo poco valorizzate.
Alain Rosa, Assistente
Tecnico Scientifico del MiBAC presso il Museo Archeologico Nazionale di
Ferrara, profondo conoscitore del territorio, opera dal 1985 per la
tutela, salvaguardia e valorizzazione del Patrimonio Archeologico,
esperto subacqueo, da alcuni anni ha cominciato una ricerca storico
artistica e etnoantropologica sulle imbarcazioni tradizionali della
provincia di Ferrara, ottenendo alcuni storici e importanti risultati.
Così viene consegnata al
grande pubblico una vicenda “locale” che sottolinea una straordinaria
capacità di produrre economie locali/territoriali mirate la benessere e
al sostentamento delle famiglie di armatori e marinai.
L’economia di un territorio
vicino al mare, si basa su uomini e mezzi capaci di affrontare qualsiasi
avversità e qualsiasi transazioni commerciali; trasportare prodotti
deperibili o prodotti utili al territorio facevano parte di un economia
essenziale e subordinata alla stressa sopravvivenza della popolazione.
I prodotti della terra, la
produzione e il trasporto del sale per la conservazione e
l’inscatolamento del pescato, il trasporto delle merci da un porto
all’altro, vede protagonisti questi “ uomini semplici ma veri “
capaci con le loro barche di solcare in lungo e in largo il mare
Adriatico, come testimoniano i molti ritrovamenti archeologici sul
territorio ferrarese.
All’incontro sono stati
presenti, oltre le autorità dell’amministrazione comunale di Comacchio,
il “protagonista” della storia e del recupero il Signor Vittorio
Zappata, proprietario e Presidente dell’associazione volontari
“Comacina” , la dott.ssa Laura Cavalli della Soprintendenza per i
Beni Etnoantropologica di Bologna, il promotore dell’iniziativa il
Signor Alain Rossa del
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e il gruppo di ex barcaioli di
Comacchio.
Come prevede la tradizione, dopo la
presentazione del volume dedicato al “Riccardo I“, tempo
atmosferico permettendo, è stata effettuata la visita di cortesia presso
il battello che per l'occasione è stato “vestito a festa“.
Per informazioni:
Associazione Volontari LA COMACINA –
Vittorio Zappata -
Comune di Comacchio – Assessorato al
Turismo e alla Cultura
Tel. 0533 318747 –
318784 – 318705 – fax 0533 318749
www.comune.comacchio.fe.it
comacchio.iat@comune.comacchio.fe.it
turismo@comune.comacchio.fe.it