- per gentile concessione del DAN EUROPE -
Negli ultimi anni
sempre più spesso ci capita di sentire, mentre siamo sott’acqua, il
rombo delle eliche che sfrecciano in superficie nei pressi dei punti di
immersione.
Finché si è in
profondità quasi nessun pericolo, a parte la “caduta ancore” ed il
fastidiosissimo rumore che, a causa della elevata densità dell’acqua, si
sente molto più forte e spaventa la fauna che con molta cautela stavamo
magari proprio in quel momento cercando di avvicinare. Diverso invece
quando, ormai finita l’immersione, si è soliti fermarsi pochi metri
sotto il pelo dell’acqua per permettere all’azoto accumulato di
fuoriuscire nel corso delle tappe di deco o della semplice sosta di
sicurezza, soprattutto durante i corsi, quando non si ha ancora
dimestichezza con il corretto mantenimento dell’assetto e può capitare
di ritrovarsi involontariamente in superficie.
E’ proprio
questa, infatti, insieme al momento della riemersione definitiva, la
circostanza più pericolosa, poiché si è in balìa delle eliche e delle
carene delle imbarcazioni di passaggio nonostante tutte le precauzioni
prese, palloni segna-sub e/o bandierine sulla barca appoggio comprese.
Il risalire lungo
la cima del pallone o della parete, infatti, non ci mette completamente
al riparo dal pericolo poiché le imbarcazioni più piccole, che quindi
“pescano” poco, sono in grado di avvicinarsi anche ai picchi più
scoscesi per gettare l’ancora non troppo in profondità e fare meno
fatica, poi, al momento di salpare.
Il subacqueo in
apnea inoltre, a differenza di colui che utilizza il gruppo ARA,
effettua ripetute discese e risalite, quindi rimane per un tempo molto
maggiore in o nei pressi della superficie ed è perciò ancor più esposto
al pericolo di incidenti.
Un po’ meno
topico, ma altrettanto preoccupante, è quando siamo sul fondo ed il
rumore del motore si sente più cupo e sordo, poiché è sintomo che la
barca è in fase di avvicinamento ed ancoraggio ed allora cominciano gli
sguardi verso la superficie, proprio per evitare che l’ancora, sovente
gettata a ridosso degli scogli, ci piova addosso, cosa che ormai accade
sempre più frequentemente.
Chi, infatti,
soprattutto tra i sub del Mediterraneo, non ha mai visto un’ancora
posarsi pesantemente sul fondo o risalire velocemente e pericolosamente
vicina mentre stava tranquillamente esplorando gli anfratti del fondale
nei pressi del proprio “pallone segnasub”?
Chi pratica
l’attività subacquea con una certa frequenza sa perfettamente quanto sia
rischiosa la riemersione proprio a causa delle troppe imbarcazioni che
incrociano nei pressi delle zone di immersione malgrado la presenza dei
palloni di segnalazione e delle barche appoggio dotate di bandiera
regolamentare.
A nulla valgono le
intimidazioni di coloro che stanno in barca, lo sbracciarsi e le grida
di avvertimento: anzi, spesso addirittura ci si ritrova a venir
scherniti o insultati, se non peggio, come risulta da numerose
segnalazioni pervenuteci.
Talvolta ci è capitato addirittura di assistere a “tentativi di
recupero” dei segnali (l’imbarcazione di passaggio si avvicina più o
meno lentamente alla boa segna-sub e cerca di tirarla in barca) da parte
di ignari diportisti incuriositi da quell’ ”insolito palloncino con
annessa bandierina” e tanti altri subacquei ci hanno confermato che
questo accade, purtroppo, di sovente. E sì che chi comanda
un’imbarcazione, sia pur essa di modeste dimensioni, dovrebbe almeno
conoscere le regole fondamentali di una sicura navigazione sottocosta.
La
legge, recentemente modificata da una direttiva del Ministro dei
Trasporti proprio al riguardo delle norme inerenti la tutela dei
bagnanti e dei subacquei,
istituisce nuovi indirizzi in
materia di controllo della navigazione e di previsione di norme sulla
sua sicurezza, definita dal Ministro una priorità assoluta
(http://www.guardiacostiera.it/ACFE38/diretiive2004pdf.zip):
impone
infatti ai subacquei in immersione di segnalarsi con una boa dotata di
bandiera rossa con striscia diagonale bianca, oppure, in alternativa, da
una bandiera rossa con striscia diagonale bianca issata sul mezzo
nautico d'appoggio; il subacqueo deve inoltre operare nel
raggio di 50 metri dalla boa
di segnalazione o dal mezzo nautico su cui è issata detta bandiera,
mentre le imbarcazioni di passaggio devono transitare a non meno di
100 metri di distanza dai
segnali.
Il
popolo dei subacquei è perfettamente a conoscenza di queste norme e la
stragrande maggioranza di esso (oltre il 97%) le applica
scrupolosamente, come avremo modo di vedere in seguito.
Gli incidenti
provocati dal risucchio causato dal moto dell’elica o dall’urto contro
la carena dell’imbarcazione derivano molto spesso dalla distrazione o
dalla ignoranza, da parte dei conducenti delle imbarcazioni, del
significato dei segnali di sub in immersione e delle norme da rispettare
per evitare collisioni ed incidenti;
in gran parte ciò è dovuto anche al fatto che in diversi Paesi chiunque
può porsi alla guida di un mezzo spinto da un motore con potenza fino a
40 cavalli, a patto di avere più di 16 anni e di navigare entro le 6
miglia, anche se non si è a conoscenza delle norme che regolano il
transito delle imbarcazioni.
Discorso a parte, invece, va fatto per coloro che, pur essendo
perfettamente a conoscenza delle norme, le ignorano volutamente, per i
motivi più disparati. Tra questi vanno purtroppo annoverati proprio
alcuni tra coloro che sono gli “addetti ai lavori” e cioè i proprietari
di imbarcazioni e /o di diving che accompagnano i gruppi di subacquei
sui luoghi di immersione (il 25-45% delle imbarcazioni segnalate per
aver provocato o sfiorato l’incidente è risultato appartenere a questa
categoria) o, seppur molto più raramente, addirittura da coloro che son
deputati a far rispettare le norme (Capitaneria di Porto).
Questo appare
abbastanza logico, considerando il fatto che sui più noti siti di
immersione si convogliano le attenzioni della maggior parte di coloro
che frequentano la zona e così capita che in poche decine di metri
quadri di mare si concentrino diverse imbarcazioni.
E’ vero che
talvolta i “cappelli” delle secche sono piccoli e, per poter ancorare,
occorre necessariamente avvicinarsi alle altre imbarcazioni
eventualmente presenti, ma nel farlo occorrerebbe una maggior prudenza
sia all’arrivo che alla partenza.
In ogni caso,
l’unico sistema per provare a ridurre il bilancio
di questi tragici incidenti è una
campagna di sensibilizzazione e di diffusione della regola della
distanza, in modo da far sì che un sempre maggior numero di
conducenti
di
imbarcazioni sia cosciente del fatto che il pallone e/o la bandiera
rossa con striscia diagonale bianca significa che in quella zona vi è
almeno un sub in acqua e che quindi, per evitare di investirlo con la
barca o, peggio, con le eliche del motore, è necessario transitare ad
almeno 100 metri di distanza o, dovendo necessariamente avvicinarsi,
almeno farlo con accortezza e maggior prudenza, facendo caso alle bolle
in superficie e magari accostarsi a motore spento o in folle.
Quello della
sicurezza dei sub in acqua, nei confronti dei natanti che sono sempre
più numerosi nei pressi dei più noti ed interessanti punti di
immersione, è insomma un problema ed un disagio comune e diffuso,
molto sentito da tutta la comunità subacquea (apneisti e
cosiddetti bombolari) in tutto il mondo.
Ne è la prova la grande quantità di segnalazioni e
testimonianze (https://www.daneurope.org
) che ci sono pervenute da moltissimi Paesi in seguito alla
Campagna di Sicurezza
per la Prevenzione degli Incidenti da Natante e da Elica
che il
DAN Europe
ha intrapreso, nell’ambito di quell’impegno che il DAN ha sempre profuso
a sostegno della sicurezza dell’attività subacquea e dei subacquei
tutti.
Il
DAN Europe da anni ormai
promuove questa campagna, mettendo gratuitamente a disposizione di
chiunque ne faccia richiesta adesivi da attaccare nelle bacheche dei
circoli nautici, nei diving, all’ingresso dei pontili nei porti
turistici, nelle agenzie di noleggio di imbarcazioni o dovunque essi
possano essere visti dal maggior numero di persone che conducono
imbarcazioni nei luoghi di affluenza turistica e subacquea.
La campagna si
basa sull’ampia e capillare diffusione di un semplice messaggio visivo
di immediata comprensione che fornisce, a prima vista, l’informazione
necessaria a prevenire l’incidente ed a rispettare le norme vigenti.
Inoltre, a partire dalla
primavera scorsa ed unitamente agli adesivi, il DAN ha anche approntato
e messo a disposizione sul proprio sito un modulo dati con un semplice
questionario, da compilare ed inviare (via e-mail,
mail@daneurope.org
o anche per posta all’indirizzo
DAN Europe, casella postale DAN n° 77, 64026
Roseto, TE) in caso
di incidente o di eventi che avrebbero potuto determinare un incidente,
in modo da poter creare una banca dati che possa tornare utile a fornire
maggiori informazioni sull’inquietante fenomeno, con notizie e dettagli
sugli eventi e poter così ridurre ulteriormente il pericolo di
incidenti.
Il DAN ha inoltre
provveduto a contattare Enti, riviste del settore nautico e subacqueo e
quant’altri interessati al fenomeno per poter sensibilizzare al
problema un più vasto pubblico di “praticanti” possibile.
In soli sette mesi ci sono giunte moltissime
segnalazioni via e-mail, posta, sito DAN e telefono; abbiamo analizzato
quelle, più dettagliate, pervenuteci tramite il questionario che abbiamo
diffuso presso gli iscritti e che è presente sul sito
www.daneurope.org/safety_programs.htm;
ecco alcuni dati preliminari che cominciano a dare un’idea della vastità
e della gravità del fenomeno:
--Nel solo
periodo luglio-dicembre 2004 sono pervenute 133 segnalazioni;
di queste, 35
riguardavano episodi accaduti negli anni immediatamente precedenti e ben
98, invece, concernenti episodi avvenuti nel solo anno 2004.
--Delle 133
segnalazioni, 16 sono relative ad incidenti avvenuti, 100 sono le
segnalazioni di incidenti sfiorati e 17 sono invece le notifiche di un
problema ricorrente e frequente, in zone ad elevata densità di sub e di
siti di immersione ben noti.
--Nei 116 casi di
incidente avvenuto o sfiorato, 23 sono stati quelli che hanno visto
coinvolti sub apneisti e 93 quelli invece relativi ad immersioni con
l’ausilio di autorespiratori;
--Ben 34 sono i
casi in cui l’imbarcazione che ha provocato o sfiorato l’incidente era
condotta da un “addetto ai lavori” .
--Quasi tutti i subacquei erano opportunamente segnalati tramite pallone
segnasub e/o bandiera regolamentare esposta sulla barca appoggio e che
sono comunque emersi entro i limiti di sicurezza (50 mt.) dai loro
segnali, mentre solo 3 sono stati i casi in cui la presenza in acqua del
subacqueo non era regolarmente segnalata.
--In 6 occasioni è
stata l’ancora, calata in acqua o salpata senza preoccuparsi delle
persone in immersione, ad essere causa di incidente avvenuto o sfiorato.
--Nei 16 episodi
di incidente registrati si sono purtroppo verificati 4 decessi, 7 casi
di ferite gravi, 4 feriti lievi ed un caso di danni all’attrezzatura (il
sub, vedendo sopraggiungere l’imbarcazione, ha cercato di spostarsi ed è
stato colpito dall’elica sulla bombola, riportando quindi solo un grosso
spavento, mentre la bombola è stata scalfita dalle pale dell’elica).
--Le segnalazioni
provengono in gran parte dall’area Europea e dal bacino del
Mediterraneo, le rimanenti da altre zone note per la bellezza e la
ricchezza delle immersioni subacquee;
--Le denunce
riguardano soprattutto episodi avvenuti in mare (116); 10 quelli
avvenuti in acque dolci (laghi e fiumi), 7 i casi non specificati.
(tab.1)
Segnalazioni
(133)
|
35
(26%)
anni precedenti
|
98
(74%) nel 2004
|
|
|
|
|
Imbarcazione
coinvolta
|
34
(25%) diving
|
99
(75%) privati
|
Tipo di
immersione
|
23
(20%) apnea
|
93
(80%) ARA
|
Bandiera o pallone
|
113
(97%) presente
|
3
(3%) assente
|
Tipo di
incidente
|
16
(12%) avvenuti
|
100
(75%) sfiorati
|
17
(13%) episodi ricorrenti
|
Incidenti (16)
|
4
(25%) morte
|
7
(44%) ferite gravi
|
4
(25%) ferite lievi
|
1
(6%) attrezzatura
|
Zona geografica
|
121
(91%) Europa e Mediterr.
|
6
(4%) M. Rosso
|
3
(2%) Caraibi
|
3
(2%) Oc. Indiano
|
Episodio
avvenuto in
|
116
(87%) mare
|
10
(8%) acqua dolce
|
7
(5%) n.s.
|
|
Tabella
1: dati relativi alle 133 segnalazioni ricevute dal DAN Europe nel
periodo giugno-dicembre 2004
Analizzando gli episodi relativi al solo anno 2004 vediamo che nelle 98
segnalazioni pervenute, a parte l’incidenza dei “bombolari” rispetto
agli apneisti (che è lievemente aumentata passando dall’ 80 all’ 85%),
l’unico dato alquanto preoccupante è l’aumento delle imbarcazioni
cosiddette commerciali nel coinvolgimento degli episodi, che passa dal
25 al 46%, mentre le percentuali degli altri dati di riferimento
rimangono grosso modo invariate (Tab. 2).
Segnalazioni
(98)
|
|
|
|
|
|
|
Imbarcazione
coinvolta
|
45
(46%) diving
|
53
(54%) privati
|
Tipo di
immersione
|
15
(15%) apnea
|
83
(85%) ARA
|
Bandiera o pallone
|
94
(96%) presente
|
4
(4%) assente
|
Tipo di
incidente
|
10
(10%) avvenuti
|
70
(72%) sfiorati
|
18
(18%) episodi ricorrenti
|
Incidenti (10)
|
3
(30%) morte
|
6
(60%) ferite gravi
|
1
(10%) ferite lievi
|
Episodio
avvenuto in
|
83
(85%) mare
|
7
(7%) acqua dolce
|
8
(8%) n.s.
|
Tabella 2:
dati relativi alle 98 segnalazioni inerenti l’anno 2004
Quest’anno la
nostra e la vostra battaglia continua e, anche grazie ai consigli e ai
suggerimenti forniti tramite il modulo di segnalazione, si estende a
numerose altre iniziative:
è stato infatti
approntato un simpatico poster (68 x 48 cm.) per rendere la segnalazione
ancora più visibile ed accattivante ed è stato preparato un pieghevole
il quale, oltre a fornire informazioni sul problema, contiene
anche il modulo di segnalazione incidente, così da estendere anche
ai non iscritti la possibilità di inviare notizie.
Sono inoltre in
preparazione le magliette recanti impresso lo stesso logo del poster e
del pieghevole, uno spot animato da mandare in onda nel corso di
trasmissioni dedicate agli sport ed alle vacanze, articoli da diffondere
su riviste specializzate e, nel clou del periodo estivo, su quotidiani
locali delle più note località balneari.
L’invito che
rivolgiamo
a tutti i subacquei
ed a chi ama il mare è quello di diffondere questo messaggio
di sicurezza
il più possibile e collaborare con noi indicandoci altri giornali,
riviste, organizzazioni, siti internet, trasmissioni televisive e
quant’altro possa essere coinvolto
nella campagna di sicurezza per la prevenzione degli incidenti da
natante e da elica.
Vogliamo infine
ringraziare calorosamente tutti coloro che con così tanto entusiasmo
hanno riposto al nostro invito inviandoci segnalazioni e suggerimenti
per far diventare più incisiva ed efficace questa nostra “battaglia” .