Amore e morte in fondo al mare. Non solo
strutture e parti dello scafo, ma dal relitto del Mercure stanno
riemergendo anche le tracce della vita di bordo dell'equipaggio
agli ordini del comandante Palinicucchia. Molte le suppellettili
personali recuperate nella zona di prua: bottiglie in vetro
comune usate quotidianamente e una bottiglietta più preziosa,
forse per unguenti; ceramica e fine vasellame per i parchi pasti
a bordo. E i bottoni delle giubbe e una pipa, per ingannare il
tempo nelle lunghe traversate lontano dal fuoco nemico.
Ma tra le sabbie dei fondali veneti, qualche
giorno fa, sono stati notati dei luccichii. Tra gli archeologi e
i sub è corso un brivido di piacere: due anelli d'oro di
pregevole fattura e una collanina in oro, preziosi appartenenti
agli uomini che in quell'alba tragica del 1812 annegarono
portando con sé i propri sentimenti, le proprie piccole-grandi
storie. Soprattutto una delle due fedi d'oro, un nastro con
granulazione piuttosto elaborata, tipica fede sarda da donna,
potrebbe rivelare una struggente storia d'amore.
«Escluso che a bordo ci potessero essere
donne», assicura Beltrame, quel giorno infatti il