PORTO
AZZURRO, 16 ottobre -Parecchie migliaia di "colonnati" spagnoli
d'argento, molte decine di monete d'oro da 20 franchi francesi. E poi
una forchetta e un cucchiaio d'argento, un calamaio di vetro nero
d'inchiostro essiccato, qualche bottiglia rotta, un vaso di terracotta
in perfette condizioni, brandelli di fasciame con conficcati chiodi di
rame, qualche pezzo di carbone compatto e pesante per i 164 anni
trascorsi a oltre cento metri di profondità. Dalla notte del 17 giugno
1841 - quando il Polluce, piroscafo a ruote fiore all'occhiello della
flotta De Luca - Rubattino affondò in seguito alla collisione con il "pacchebotto"
napoletano Mongibello - a questa mattina alle 9.45 , quando le prime
ceste con i reperti raccolti dai sommozzatori d'altofondale della Marine
Consulting sono stati issati in coperta sul pontone attrezzato Meloria.
L'operazione, che è proseguita fino al tardo pomeriggio, si è svolta
sotto la supervisione del prof. Claudio Mocchegiani Carpano,
responsabile della sezione tecnica per l'archeologia subacquea del
ministero per i Beni Culturali e Artistici e della dottoressa Pamela
Gambogi della soprintendenza toscana; e alla presenza di personale dei
Carabinieri del Nucleo di Firenze per la tutela del patrimonio culturale
nazionale. Gli stessi carabinieri hanno preso in custodia i reperti
sbarcati a Porto Azzurro.
Si è trattato - hanno chiarito gli archeologi - di una raccolta manuale
preliminare di reperti visibili sulla fiancata sinistra del relitto,
probabilmente oggetti ricaduti dalla benna usata dai saccheggiatori che
aggredirono i resti del Polluce nel febbraio 2000. "In mezza giornata
abbiamo recuperato più monete di quante ne raccolsero quei clandestini
in un mese. Dire che sono felice è poco" ha dichiarato il sindaco di
Porto Azzurro, dottor Maurizio Papi.
Il Recupero del Polluce
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