Primo Convegno Nazionale di Archeologia Storia Etnologia Navale
 

mm_convegno-archeologia-navale_manifesto.jpgSi terrà a Cesenatico, il prossimo 4-5 aprile, il Primo Convegno Nazionale di Archeologia, Storia ed Etnologia Navale, promosso e organizzato dall’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale (ISTIAEN) insieme al Museo della Marineria di Cesenatico, dove il convegno sarà ospitato.

Si tratta di un appuntamento a lungo atteso e di notevole rilievo, perché è il primo grande convegno italiano dedicato all’archeologia navale, un settore nel quale negli ultimi decenni vi sono stati nel nostro Paese importanti ritrovamenti ed esperienze, che necessitavano di un momento di comunicazione e scambio, e che in occasione dell’appuntamento di Cesenatico potranno essere portate anche all’attenzione del pubblico.

Sono previste tre sezioni dedicate rispettivamente all’archeologia, alla storia e all’etnologia, con la finalità di offrire il quadro più completo possibile dello stato attuale della ricerca storico-archeologica marittima in Italia. Il programma, molto ricco di interventi, prevede relazioni da parte dei principali studiosi che operano nei rispettivi settori di ricerca, quali Università, Soprintendenze, Enti e Società di ricerca, Musei e Istituzioni civili e militari. È prevista una poste session, nella quale saranno ospitati contributi brevi in forma di poster, con i quali altri studiosi potranno rendere noti ulteriori temi e proposte di ricerca.

Il convegno è dedicato alla memoria di Mario Marzari, triestino, autore di fondamentali contributi di storia e dietnologia navale, socio fondatore e poi Presidente dell’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale.

La partecipazione del pubblico è libera e gratuita; sono previste inoltre convenzioni con alberghi locali per il week-end nel quale si svolgeranno i lavori.

L’iniziativa è sostenuta dal Comune di Cesenatico insieme a Gesturist Cesenatico S.p.a. e dagli sponsor ufficiali Archeotecnica P.s.c.a.r.l. e La Dragaggi S.r.l. È stato chiesto il patrocinio dei principali Enti e Istituzioni impegnati nel settore della ricerca e tutela del patrimonio storico marittimo, e in particolare:
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto – NAUSICAA;
- Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna;
- Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana;
- Regione Emilia-Romagna;
- Regione Veneto;
- Marina Militare;
- Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali - Regione Emilia-Romagna


Il Primo Convegno di Archeologia, Storia e Etnologia Navale prevede un ricco programma, attualmente in corso di completamento. È possibile tuttavia anticipare quali saranno i principali interventi:

Dopo il saluto inaugurale delle Autorità, sono previsti gli interventi istituzionali di Luigi Malnati (Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna); Giuliano De Marinis (Soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche - Soprintendente ad interim per i Beni Archeologici del Veneto); Antonio Panaino (Preside Facoltà di Conservazione Beni Culturali Ravenna)

Nelle diverse Sezioni del Convegno, sono stati invitati ad intervenire:

  • Enrico Acquaro, Antonio Carile, Francesco Torre, Costituzione e attività del Corso di archeologia navale dell’Università di Bologna – Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Ravenna, nella sede distaccata di Trapani
  • Alberto Lezziero, Indagini geoarcheologiche per lo studio delle dinamiche formative e delle condizioni di giacitura dei relitti
  • Roberto Petriaggi, Alcune considerazioni sul trattamento dei legni archeologici imbibiti e sulle procedure di recupero e restauro dei relitti antichi
  • Luigi Fozzati, I musei di Archeologia Navale in Italia: problematiche e prospettive
  • Bruno Ballerin, Il Museo della Marineria di Cesenatico. Storia di una complessa realizzazione
  • Davide Gnola, Allestimento e gestione di un museo marittimo. Il caso del Museo della Marineria di Cesenatico
  • Carlo Beltrame, Il Mercure. Archeologia storica sui fondali dell’Adriatico
  • Marco D’Agostino, Stefano Medas, Gabriele Galletta, Il relitto dei Cannoni di Malamocco (VE)
  • Massimo Capulli, Il relitto della Rocchetta 1 (Venezia): prime considerazioni di carattere tecnologico
  • Carlo Beltrame, Gabriele Galletta, Stefano Medas, Antonio Socal, Il relitto del Molo Sud presso il porto  di Malamocco (VE)
  • Mauro Bondioli, Massimo Capulli, Il relitto cinquecentesco della fusta veneziana di Lazise: analisi strutturale e studio sul metodo di configurazione dell’innalzamento verticale dei madieri (stellatura) mediante l’uso dei sesti
  • Chiara Guarnieri, Stefano Medas, Ugo Pizzarello, Il relitto di barca fluviale del XVI secolo rinvenuto nel centro storico di Ferrara
  • Piero Dell’Amico, Proposta preliminare per una tipologia delle cuciture nell'ambito della costruzione di natanti
  • Andrea Camilli, Marco Bonino, Ricostruzione della barca C di Pisa S. Rossore
  • Giulia Boetto, I relitti di Napoli
  • Rubens D’Oriano, Edoardo Riccardi, I relitti di Olbia: dallo scavo al Museo
  • Sebastiano Tusa, L’attività della Soprintendenza del Mare della Sicilia nel campo della ricerca sui relitti
  • Mauro Bondioli, Il problema dello studio dell’arte della costruzione navale mediterranea nel tardo medioevo tra ricerca storica e analisi archeologica.
  • Maria Perla De Fazi, La spesa ordinaria per le galere di Lepanto
  • Furio Ciciliot, Le promesse di costruzione (secoli XII-XVI). Fonti primarie per la storia e l’archeologia navale
  • Guglielmo Zanelli, La barca veneziana per navigar sotto acqua
  • Martino Ferrari Bravo, Tecnologie navali e militari britanniche nella Venezia del secondo Settecento
  • Guido Candiani, Vascelli, fregate e navi pubbliche da trasporto: la ricerca di un modello polivalente e i primi disegni di navi da guerra a vela veneziane, 1687-1697
  • Alberto Secco, Navi della Repubblica Veneta nei fondi italiani di disegni navali
  • Luca Lo Basso, Vascelli e capitani liguri nella seconda metà del XVII secolo. Costruzione, navigazione, reperti archeologici
  • Stefano Meconi, "Colligite fragmenta": storia e collezionismo. Lo smantellamento e dispersione dei resti della flotta austriaca dopo la sconfitta nella Grande Guerra
  • Inia Pasqua Izzo, La competenza antropologica per la conoscenza delle marinerie tradizionali
  • Carla Enrica Spantigati, Il progetto “La Venaria Reale” e la valorizzazione del bucintoro dei Savoia
  • Giorgio Guiduzzi, Imbarcazioni tradizionali e modelli navali nelle collezioni del Museo Storico Navale
  • Luigi Fozzati, La tutela dei beni culturali in Italia: il caso della storia e dell’archeologia navale
  • Luigi Divari, La pesca a strascico in alto Adriatico
  • Giovanni Panella, Per un censimento del “patrimonio galleggiante” italiano
  • Pier Giovanni Zanetti, Le imbarcazioni da carico tradizionali della Pianura Padana attraverso i registri navali
  • Giovanni Caniato, Fonti documentarie per lo studio delle marinerie Altoadriatiche in epoca moderna
  • Luigi Fozzati, Claudio Mocchegiani Carpano, Annalisa Zarattini, Il Progetto Archeomar e l’archeologia navale italiana

L’archeologia navale

L’archeologia navale è una disciplina autonoma e molto specializzata della ricerca archeologica, che vanta una lunga tradizione di studi, iniziata già in epoca rinascimentale e sviluppatosi particolarmente a partire dal XIX secolo. Gli studi archeologico-navali richiedono competenze specifiche e si basano sull’analisi dell’evidenza diretta costituita dai relitti, sullo studio delle fonti iconografiche, storiche e archivistiche, sullo studio comparativo dell’etnologia navale e della marineria tradizionale, a cui si aggiungono le esperienze di archeologia sperimentale (repliche naviganti). L’aspetto multidisciplinare diventa progressivamente sempre più importante, coinvolgendo specialisti che si occupano di paleobotanica, geoarcheologia, biologia marina, metallurgia, armamenti, storia della tecnologia e molti alti ancora, considerando che lo studio di un relitto, per esempio, contempla un complesso di manufatti e di materiali estremamente diversificati che vanno dallo scafo in senso stretto al carico, dalla zavorra all’equipaggiamento di bordo e così via.

Prima dell’avvento dell’archeologia subacquea, tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento, gli studi archeologico-navali si basavano sostanzialmente sulla lettura delle fonti storiche e iconografiche, perché le occasioni di analizzare un relitto navale erano rarissime, limitate a pochi casi di ritrovamenti avvenuti in terraferma o in ambiente umido. I relitti navali infatti non si rinvengono solo nel fondo dei mari, dei laghi, dei fiumi e delle lagune, ma anche in giacitura terrestre o umida, a causa delle modificazioni geomorfologiche subite dai litorali e dalle acque interne nel corso dei secoli. Del resto, le principali scoperte archeologico-navali avvenute nel corso dell’ultimo decennio in Italia sono costituite proprio da relitti rinvenuti in terraferma: il relitto del Parco di Teodorico a Ravenna, gli straordinari gruppi di relitti di Pisa - San Rossore, di Olbia e di Napoli, il relitto rinvenuto in centro città a Ferrara.

L’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale (ISTIAEN)

L’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale è stato costituito a Venezia nel 1993. Ebbe quale primo presidente Alvise Chiggiato, quindi il compianto Mario Marzari, che restò in carica fino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel novembre del 2000. E’ attualmente Presidente l’archeologo navale Stefano Medas.

L’ISTIAEN - al cui aderiscono i più importanti studiosi, ricercatori e cultori di marineria storica italiani – ha tra le sue finalità quella di “formulare proposte, assumere iniziative e promuovere a tutti i livelli in Italia e all’estero la conoscenza, diffusione e valorizzazione della cultura navale”. Contribuisce in particolare - anche in cooperazione con gli organi centrali e periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con enti locali, università, musei e altre realtà associative – alla definizione dei criteri di gestione dei beni culturali navali, alla promozione di ricerche, pubblicazioni e convegni inerenti agli stessi, alla formazione di studiosi e di figure professionali specializzate nel settore e “nella progettazione, organizzazione e gestione di attività museali ed espositive”.

L’ISTIAEN ha anche promosso e curato le dodici edizioni del Corso di Archeologia e Storia Navale di Cattolica (RN) dal 1995 al 2006 grazie alla collaborazione con il Centro Culturale Polivalente e Museo della Regina del Comune di Cattolica. Ai corsi si è collegato il Premio internazionale per l’archeologia e la storia navale “Guido Ucelli di Nemi”, intitolato all’autore del primo grande intervento di archeologia navale condotto in Italia, il recupero delle gigantesche navi romane del lago di Nemi.

Per impulso dell’ISTIAEN sono stati perfezionati per la prima volta in Italia i decreti di tutela e di vincolo di imbarcazioni tradizionali di particolare pregio, decretate “Beni culturali nazionali di particolare interesse storico”, tra cui alcune in località romagnole.

Da ricordare anche i convegni e le conferenze internazionali “Evoluzione della marineria tradizionale in Adriatico dal XVIII secolo a oggi” (1994) e “Navi di legno - Evoluzione tecnica e sviluppo della cantieristica nel Mediterraneo dal XVI secolo a oggi” (1997), organizzati e curati da Mario Marzari. A Venezia sono stati organizzati in più riprese, d’intesa con la Marina Militare, alcuni partecipati cicli di conferenze che hanno costituito l’intelaiatura tematica e metodologica dei primi tre volumi della rivista Navis, editi tra il 1999 e il 2006. E-mail: istiaen@gmail.com Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Gli sponsor:

Archeotecnica P.s.c.a.r.l.

Forte dell’esperienza ventennale di Idra S.n.c., la Società Archeotecnica P.s.c.a.r.l. è il risultato di una serie di esperienze professionali pluriennali in grado di offrire un ampio quadro di servizi dai contenuti tecnico-scientifici altamente specialistici, svolti con sistemi all’avanguardia nel settore dell’archeologia subacquea. Con sede nel centro storico di Venezia, Archeotecnica opera per committenze pubbliche e private, mettendo in campo tecnologie e metodologie avanzate per l’individuazione, l’indagine, la valorizzazione e la protezione dei siti archeologici sommersi. Grazie all’esperienza maturata, è in grado di intervenire anche in aree caratterizzate da difficili condizioni operative, ambientali, sia in ambiente subacqueo che umido.

La Dragaggi S.r.l.

Con oltre un secolo di storia e di esperienza, La Dragaggi S.r.l. rappresenta oggi un’importante azienda specializzata nei lavori fluviali e marittimi. Con sede a Marghera (Venezia), opera su tutto il territorio nazionale e all’estero. La storia dell’impresa della famiglia Boscolo Cucco di Chioggia ha inizio nell’anno 1870 con il nonno Eugenio poi con Gino Cucco. Nel 1972 nasce la cooperativa La Dragaggi, mentre dal 1985 Luciano Boscolo Cucco assume la carica di Amministratore Unico de La Dragaggi S.r.l. La passione per il mare ha portato Luciano ad impegnarsi in numerose iniziative a sostegno della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio marinaresco tradizionale, attività per la quale ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.

 

 

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