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VICUS COSTANZIACI
Un progetto di recupero, tutela
e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico di Costanziaco
promosso dalla Soprintendeza per i Beni Archeologici del Veneto Nucleo
operativo NAUSICAA e dell'Università Ca' Foscari di Venezia
Un
insediamento tardo romanico nella laguna nord, base di scambi
commerciali con Altino, e magari anche centro abitativo per una antica
comunità? E’ quello che potrebbe emergere dagli scavi e dagli studi
previsti con un nuovo progetto di recupero del patrimonio
storico-archeologico di Costanziaco, l'antica città sommersa nella
Laguna nord di Venezia.
Ricerche prima che i resti scompaiano del tutto. “Vicus Costanziaci” è
un’area della laguna nord ora del tutto abbandonata: isole sommerse e
disabitate da secoli, che però conservano intatta la storia più antica
che le ha viste protagoniste dal momento che fino ad oggi si è ben poco
indagato sul loro passato.
Verrà presentato lunedì 12 maggio a Ca’ Dolfin, a Venezia, in occasione
della VI Giornata dell’Archeologia del Dipartimento di Scienze
dell’Antichità di Ca’ Foscari, il progetto di ricerca “Vicus Costanziaci”
che si avvale della direzione scientifica congiunta di Daniela Cottica e
Luigi Fozzati, rispettivamente docente di Archeologia a Ca’ Foscari e
responsabile del nucleo operativo Nausicaa della Soprintendenza per i
Beni Archeologici del Veneto.
«E’ un’area a rischio – spiega Daniela Cottica – ed è necessario
intervenire presto prima che le tracce archeologiche scompaiano del
tutto. Oltre al valore delle scoperte storiche, delle quali abbiamo già
qualche indizio, si tratta del riconoscimento di un valore naturalistico
dell’area, che proprio grazie a questo progetto verrà poi inserita
all’interno del futuro Parco Archeologico Nazionale della Laguna di
Venezia. Vogliamo riconsegnare alla città una pagina della sua storia
che è stata trascurata».
Fozzati: «Manca uno studio sistematico del territorio». «Ciò che manca a
Venezia – spiega Luigi Fozzati, direttore di Nausicaa – è proprio uno
studio sistematico del territorio. Si fanno numerose scoperte
archeologiche fortuite, ma per ottenere risultati importanti è
necessario investire fondi e personale in progetti a lungo tempo come
quello che stiamo avviando in collaborazione
con l’università. E’ proprio grazie all’interessamento di Ca’ Foscari
che è stato possibile intraprendere questo percorso di ricerca che in 5
anni porterà importanti risultati dal punto di vista archeologico».
«E’ la prima volta – spiega Davide Busato della società Arcomai,
anch’essa coinvolta nel progetto – che si realizza a Venezia un progetto
così ad ampio raggio, che coinvolge istituzioni pubbliche e privati.
Segnale, questo, che ci sono molti interessi legati alla valorizzazione
dell’area lagunare sotto analisi, anche dal punto di vista dello
sviluppo di un turismo più sostenibile e più attento a cogliere il
valore storico di tutta la laguna».
Francesca Bellemo
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Fonte: Francesca Bellemo - Gente
Veneta , no.19 del 2008 |
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