VENEZIA
-Dalle acque della Bocca di Porto di Malamocco oggi e' riemerso il
Brigantino inglese Margareth: l'imbarcazione, 25 metri di lunghezza e
otto di larghezza, e' stata appoggiata su un pontone-laboratorio, dove
sarà oggetto di un'accurata pulitura, di un rilievo meticoloso e di uno
studio specialistico prima di essere inviata nel laboratorio di
restauro. Il relitto era stato individuato l'anno scorso nell'ambito
delle attività per la realizzazione della conca di navigazione legata
alle opere del Mose per la difesa di Venezia dalle acque alte. Si tratta
di un brigantino naufragato nel 1853 a ridosso della 'fuosa' portuale di
Malamocco. Rappresenta, a tutti gli effetti, un evento per l'archeologia
subacquea a livello mondiale, poiché fa parte di quella sparuta famiglia
di antichi vascelli che hanno avuto l'onore del recupero e dello studio
dettagliato in superficie. Il brigantino è solo l'ultimo dei reperti
riportati alla luce nel corso dei lavori del Mose, grazie all'accordo di
collaborazione tra il Magistrato alle Acque e la Soprintendenza per i
Beni Archeologici del Veneto, che ha permesso ricognizioni strumentali e
dirette di decine di ettari di fondali lagunari e portuali. La mole di
dati frutto di queste ricognizioni, per le quali si è fatto uso dei più
sofisticati sistemi magnetici e acustici, è stata vagliata e verificata
direttamente sui fondali delle tre Bocche di Porto da squadre di tecnici
e archeologi subacquei. Nei pressi dell'impronta della nuova lunata
costruita poco fuori la bocca di Malamocco è stato rinvenuto nel 2003 il
relitto dei Cannoni, un vascello di primo rango costruito in Arsenale
presumibilmente nel 1698. La mole di reperti che ha restituito questa
imbarcazione (materiali della vita di bordo, armi bianche e da fuoco,
attrezzature navali) ne fa uno dei più importanti relitti di epoca
moderna mai rinvenuto in tutto il mondo.