Figura
5
- Parte affiorante dell’antico molo |
Dal
piazzale del porto, affacciandosi al parapetto verso ponente, si notano i resti
affioranti dell’antico molo romano, questi si uniscono con il nuovo porto che
ne ha inglobato la parte terminale verso terra, l’estensione del tratto
emerso è di 84 m. cui fa seguito una porzione franata prima dell’imboccatura
portuale.
Da
questa struttura semisommersa sono iniziate le prime indagini, si è appurato
che si tratta di conglomerato pozzolanico misto a sabbia, ghiaia e sassi di
fiume che mediamente non superano i 15 cm di diametro.
L’opera si presenta continua, con le pareti laterali
diritte a perpendicolo ad indicare l’avvenuto getto in casseforme lignee
ancorate sul fondo, sono evidenti i fori dei pali di armatura interna a dette
casseforme, parecchi pali sono ancora “in situ” nel conglomerato.
Scavalcato il parapetto e scesa la nuova massicciata, si
può sormontare il primo dei quattro
blocchi affioranti che compongono la banchina antica (figura 6).
Con molta cautela e
bagnandosi negli interstizi che univano i blocchi contigui, dove le mareggiate
hanno maggiormente corroso la struttura, si può ancora percorrere la
piattaforma che individuiamo suddivisa con le lettere A-B-C-D2.
Il blocco “A” si presenta molto deteriorato, è congiunto
al nuovo porto e il bordo esterno dista dalla spalletta del parapetto 19 m.
Il blocco “B” presenta una pianta rettangolare di m. 30X4
, si notano tre fori di pali posti in verticale del diametro di cm.22-25, il bordo esterno dista dalla spalletta 50 m.
Il blocco “C” è il meglio
conservato presentando la superficie superiore con un’ottima forma rettangolare
di m. 18,80X4,50. Si nota il foro di un palo posto in verticale del diametro di
cm 22-25. Il bordo esterno dista dalla spalletta 70 m.

Figura 7
- Blocco D del molo - (sono evidenti i fori lasciati dai pali) |
Il blocco
“D” è il più esterno degli affioranti, ha dimensioni in pianta di m 11,40X4,70
, presenta nella parte
affiorante tre fori di pali paralleli posti orizzontalmente del diametro di cm
15 distanziati fra loro di cm 90 (figura 7).
La parte sommersa è stata corrosa dalle onde (figura 8)
che hanno scavato una rientranza di circa 50 cm attorno a tutto il blocco. La
base di appoggio si estende con un bordo di circa un metro presentando 15 fori
di pali posti in verticale, alcuni contengono ancora il legno. Come si può osservare dalle
misure riportate, i blocchi hanno dimensioni diverse fra loro sia in lunghezza
che in larghezza, l’unico dato evidente è che la larghezza aumenta con il
protendersi verso l’esterno della banchina.
Questo suggerisce l’ipotesi che si sia voluta
rinforzare la parte esterna, più esposta ai marosi data anche la maggiore
profondità che arriva a m 4,5, mentre nell’angolo interno fra la struttura
antica e quella moderna si
incontra il sedimento
roccioso ad una profondità di m. 2,00-2,50 sotto uno strato di sabbia di
riporto di circa 30 cm.
Per motivi di tempo non è
stata effettuata la ricerca di eventuali elementi lignei di contenimento delle
casseforme che si potrebbero trovare nei giunti fra blocchi contigui.
Oltre ai quattro blocchi emersi vi sono rovine sparse sia
attorno che in prosecuzione della linea di orientamento, il più evidente è
stato classificato
blocco “E” che si colloca ad una distanza di 18,2 m. da “D” . Risulta adagiato
alla profondità di 4,5 m. da cui si eleva di 2,80 m. Si notano tre fori di pali
posti obliquamente essendo esso stesso ribaltato rispetto la posizione
originaria.

Figura 8
- Parte sommersa del molo - (si noti il fenomeno di erosione della base) |
1-Sorte peggiore è toccata al porto romano di Grignano, vicino a Trieste,
quando negli anni 50 tutta la banchina antica è servita da basamento per il
getto in cemento del nuovo porto. Oggi
tutti conoscono il parco marino di Miramare perché è stato il primo istituito
in Italia, ma pochi sanno che il confine settentrionale di detto parco è
costituito dalla banchina del porto di Grignano già documentata dall’archeologo
Prof. DEGRASSI quand’era Soprintendente per l’Istria e Trieste negli anni 20.
2-
Vedi pianta
allegata alla relazione.
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