
1° CAMPO
SCUOLA
di
ARCHEOLOGIA
SUBACQUEA
S.Marco
di Castellabate - SALERNO
6
- 13 Giugno 1998
Dal
6 al 13 Giugno 1998 l’associazione sportiva “GRUPPO RICERCHE SUBACQUEE –
ARGO” di Venezia ha tenuto presso l’Hotel “L’Approdo” in località
San Marco di Castellabate (SALERNO) un Campo Scuola di Archeologia Subacquea.
Il
Campo Scuola ha avuto una duplice finalità, la prima creare nuovi Operatori
Tecnici in Archeologia Subacquea (O.T.A.S.), la seconda applicare le tecniche
di ricerca e rilievo in immersione, attività in questo caso
rivolta ai brevettati della medesima specialità.
IL CORSO

Tenuto
dagli Istruttori F.I.P.S.A.S. specializzati in Archeologia Subacquea iscritti
al Gruppo ARGO, il Corso ha previsto
lezioni teoriche e pratiche di rilievo e disegno, riprese fotografiche e
video, uso di metal-detector e di maschera gran-facciale con comunicatore.
Le
lezioni teoriche si sono svolte nei giorni 7 – 8 – 9 – 10 giugno dalle
ore 9.00 alle 10.30 e dalle 14.00 alle 16.30 ; mentre le lezioni pratiche sono
state svolte sempre negli stessi giorni dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle
16.30 alle 18.30.
L’esame
pratico di fine corso è stato effettuato la mattina dell’11 giugno e aveva
il seguente tema: “Programmare
un’immersione di ricerca, rilievo e documentazione di un sito archeologico
posto alla profondità, teorica, di mt. 33”;
Il programma svolto
7
Giugno 1998 - Mattino
ore
9.00 Lezione
Teorica.
1. Le attrezzature da
rilevamento: Bussola, cordella metrica, metro rigido, tavoletta da
rilevamento, boe e pedagni (fig. 1)
2. Rilevamento preliminare subacqueo e segnalazione in
superficie
3. Esercizio 1 - Rilevamento Bussola
4. Esercizio 2 –
Poligonale (fig. 2)
5. Esercizio 3 – Irradiazione
ore
10.30 Lezione
pratica in piscina
1.
Esercizio 1 – Rilevamento Bussola
2. Esercizio 2 – Poligonale Chiusa
3. Esercizio 3 – Rilievo di oggetti rispetto ad un
caposaldo per mezzo dell’irradiazione

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Figura 1 - Uso della
bussola |
Figura 2 - Rilevamento per poligonale |
7 Giugno 1998 - Pomeriggio
ore 15.00
Lezione Teorica
Archeologia
Subacquea: Storia, testi, riviste specialistiche, documentari video
Costruzioni
portuali:
-
Vitruvio
(De Architettura 5-XII)
-
Enrico
Felici ( Archeologia Subacquea – Volume 1)
-
Il porto
romano di San Marco di Castellabate, planimetrie e disegni
ore 16.30
Lezione
pratica in mare
Immersione di ambientamento
sul sito dell’antico molo portuale (fig. 3 -4)

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Figure
3 - 4 - Immersione di ambientamento sull'antico molo
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8 Giugno 1998
ore 9.00
Lezione
Teorica.
Il Rilevamento di dettaglio
1. Trilaterazione
Semplice e Traslata
2. Quadrettatura
3. Misurazione
di dislivelli
ore 10.30
Lezione
pratica in piscina
1. Esercizio 1
– Trilaterazione Semplice e Traslata
2. Esercizio 2
- Quadrettatura
3.
Esercizio 3
– Misura del dislivello fra due oggetti posti a quote diverse per mezzo di
un tubo in plastica trasparente (bolla d’acqua)
ore 15.00
Lezione
Teorica
1.
I Relitti. Le ancore. Il
carico

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Figura
5 - Primi rilievi sul molo |
ore 16.30
Lezioni
pratica in mare
1.
Immersione di ambientamento
sul sito dell’antico molo portuale con uso di metro rigido e cordella
metrica per applicare i rudimenti del rilievo su un sito reale (fig. 5)
9 Giugno 1998
ore 9.00
Lezione
Teorica.
1.
Fotografia e riprese video
applicate all’archeologia
2.
La fotografia Subacquea
Archeologica
3.
Il fotomosaico
4.
Le riprese subacquee
applicate all’archeologia
ore 10.30
Lezione
pratica in mare
Uso di macchina fotografica e
videocamera applicate ad un sito reale (fig. 6-7)
ore 15.00
Lezione
Teorica
Legislazione archeologica
ore 16.30
Lezioni
pratica in mare
Rilievo della base di
pilastro, parzialmente demolito che si trova fra le estremità delle due
braccia portuali
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Figure
6 -7: Riprese video del sito
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10 Giugno 1998
ore 9.00
Lezione
Teorica.
Maschera Gran-Facciale
Comunicatori Subacquei con
stazione di superficie
Metal
Detector
ore 10.30
Lezione
pratica in mare
Impiego pratico della
Maschera Gran-Facciale con comunicatore (fig.
8)
Impiego pratico del Metal
Detector (fig. 9)
ore 15.00
Lezione
Teorica
Strumenti di navigazione.
GPS. Ecoscandaglio. Radar
ore 16.30
Lezioni
pratica in mare
Ripetizione finale
complessiva di tutte le tecniche apprese durante il corso

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Figure
8-9: Uso di maschera Gran facciale e di Metal Detector
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11 Giugno 1998
- ESAME
 TEMA: “Programmare
un’immersione di ricerca, rilievo e documentazione di un sito archeologico
posto alla profondità, teorica, di mt. 33”
ore 9.00 -
Il gruppo degli allievi, visto il tema da svolgere, si è autonomamente
distribuito i vari incarichi:
Gruppo A – Rilevamento del sito
La
prima squadra di Allievi muniti di cordella metrica, metro rigido, tavoletta di rilevamento e
maschera gran-facciale con comunicatore hanno avuto il compito del rilievo
metrico.
Gruppo B – Prospezione con
Metal Detector
La
seconda squadra ha effettuato con i metal detector a disposizione una ricerca nel
perimetro del sito alla ricerca di eventuali metalli depositati sul fondo.
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Fig.
11 – Particolare della sessione d’esame |
Gruppo C – Documentazione Fotografica e Video del
sito
La
terza squadra infine ha realizzato la documentazione fotografica e video del
sito per mezzo di macchina fotografica e videocamera
Ciascuno degli allievi ha
predisposto oltre alla propria attrezzatura per l’immersione anche quella
specifica per l’incarico assegnato.
Raggiunta la barca appoggio,
ormeggiata sopra la base del pilastro, i gruppi si sono riuniti per il segnale
di partenza dopo il quale è scattato il tempo di immersione.
Allo scadere dei 20 minuti
previsti dalla curva di sicurezza, il capo-squadra per mezzo di un
segnalatore acustico subacqueo, ha riunito il gruppo per la risalita.
La prova è stata ottimamente
superata da tutti gli allievi.


Foto
12 – Particolare della sessione d’esame
Disegno
della fondazione del pilastro come rilevato dagli allievi durante l’esercizio
d’esame nel tempo limite di 20 minuti
Si
noti la perfetta rassomiglianza con il rilievo effettuato, senza limiti di
tempo, dall’istruttore Giorgio COSTANTINI
IL CAMPO SCUOLA
Il gruppo eterogeneo di sette
persone, accomunate dalla passione della ricerca storica attraverso la
documentazione dei siti sommersi, si è ritrovato per applicare le tecniche di
ricerca subacquea sui resti dell’antico molo romano di San Marco di
Castellabate (SA).
Sempre coadiuvati dagli
istruttori del gruppo ARGO hanno trascorso una settimana studiando testi,
esaminando la cartografia sia terrestre che nautica, effettuando immersioni
per misurare, fotografare, filmare ma soprattutto per cercare di interpretare
l’andamento delle antiche banchine di difesa portuale.

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Figure
13-14: - La parte affiorante dell'antico molo
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Dopo le prime immersioni,
atte a familiarizzare l’occhio alle strutture sommerse, sono iniziate le
immersioni di vera documentazione che hanno portato più dubbi che certezze.
Mentre all’inizio si credeva di avere un bacino portuale racchiuso fra due
moli di cui uno diritto (quello semi affiorante dal molo moderno - fig. 13-14)
e l’altro a “L” con un varco per l’accesso delle navi, in realtà ci
si è ritrovati con due banchine dritte perpendicolari fra loro con un
pilastro nel centro dell’apertura lasciata fra le due estremità esterne.
Non
esistendo una documentazione ufficiale del sito si è cercato di documentarsi
interpellando i residenti, e grazie all’ausilio di alcune foto di inizio
secolo è apparso evidente che le banchine avevano ciascuna una congiunzione a
terra. Il primo molo si dipartiva dal
punto in cui oggi c’è il fabbricato del “Galatea Diving Center” con
orientamento 255° NORD. Attualmente la maggior parte di questa struttura è
inglobata nel nuovo banchinamento portuale, da questo prosegue quindi in modo
affiorante per una lunghezza di circa 84 metri (la parte più nota) poi altri
resti sommersi avanzano per 18
metri fino alla profondità di metri 4,5.
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Figura.15
particolare del pilastro |
Il
secondo molo con andamento ortogonale al primo si dipartiva dalla collina SUD
per una lunghezza di circa 75 metri, finendo per combaciare con il
prolungamento immaginario del primo molo.
Fra le due teste il varco
presenta al centro i resti di un pilastro di metri 8.20 x 5.15 (vedi rilievo)
creando così due accessi al bacino portuale.
Il pilastro di cui rimane in
sito la base alta 2,5 metri è stato ribaltato sul lato minore verso OVEST (fig. 15).
In pratica, i resti del
pilastro proseguono verso OVEST esattamente in linea con il prolungamento
immaginario del primo molo verso la testa del secondo, inizialmente eravamo
convinti che facesse parte di quest’ultimo.
Oggi
sappiamo che esistevano due aperture uguali di circa 40 metri ciascuna.
Non è
stato possibile effettuare una misura esatta in quanto le teste dei moli sono
completamente franate e nascondono l’impostazione del piede di fondazione in
appoggio sul fondo roccioso.
Il
gruppo di lavoro ha usato per le prospezioni anche il metal detector il quale,
oltre alle innumerevoli lattine e posate, ha consentito di rinvenire un piombo
da rete di forma sferica e una medaglia in oro molto consumata a causa dell’andirivieni
sul fondale sabbioso.
Questi
reperti oltre al rilievo grafico del sito sono stati consegnati alla
Soprintendenza Archeologica per le province di Salerno, Avellino e Benevento.
Un
particolare ringraziamento lo rivolgiamo alla Soprintendenza
Archeologica per le province di Salerno, Avellino e Benevento -
Nucleo di Archeologia Subacquea - e
alla Soprintendenza
Archeologica del Veneto -
Nucleo di Archeologia Subacquea-
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